Buon compleanno FUTURISMO
20 febbraio 1909 - 2009
Data pubblicazione 17/02/2009
Il 20 febbraio 1909 “nasce” il movimento futurista con la pubblicazione del Manifesto del Futurismo, avvenuta sul prestigioso giornale “Le Figaro” di Parigi.
Il Manifesto è fortemente voluto da Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento e suo esponente più interessante.
Tra i futuristi della nostra provincia si distingue Alfredo Trimarco, nato a Polla il 24 Aprile 1900 ma scansanese di acquisizione, dove morì nel 1971. Trimarco, personaggio geniale, bizzarro e arguto, si sperimenta come poeta, drammaturgo, giornalista, scrittore e caricaturista. Nel 1937, con il suo amico e compaesano Stabile, associati alla Galleria Colonna di Roma, allestì una originale mostra di caricature di tutti gli artisti delle compagnie cinematografiche (della C.I.N.F.S. italiana e della Metro Goldwin Mayer).
Ugo Piscopo, nella «Enciclopedia del Futurismo», lo definisce un piacevole caricaturista che, con grazia ed insieme ferocia, dipinge e burla il genere umano.
Proprio due sue caricature furono acquistate nel 1936 dall’Amministrazione Comunale di Salerno per una spesa complessiva di 300 lire.
A cura dell’Archivio Storico del Comune di Salerno
Manifesto iniziale del Futurismo di F. T. Marinetti, pubblicato sul Figaro di Parigi il 20 febbraio 1909.
1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una magnificenza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa... è più bello della "Vittoria di Samotracia".
5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.
7. Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.
11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli, i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il FUTURISMO, perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiquarii [... ].