Palazzo Genovese
Opera prima dell'architetto Mario Gioffredo. L'imponente edificio presenta una scenografica gradinata centrale con un sinuoso gioco di archi marmorei.
Abitato fin dal 1621 dalla famiglia Pinto, Palazzo Genovese fu donato dall’ultimo discendente della nobile famiglia ai Padri Teresiani che, non avendo risorse per ristrutturarlo, lo concessero in enfiteusi al barone Matteo Genovese.
I lavori di restauro iniziati intorno alla metà del Settecento, furono affidati al giovane architetto Mario Gioffredo, uno dei principali esponenti dell’architettura settecentesca napoletana, allievo di Ferdinando Sanfelice. Infatti, la soluzione stilistica che caratterizza l’ampia scala con la parete traforata da voluminose aperture richiama inequivocabilmente l’architettura di Ferdinando Sanfelice nell’omonimo palazzo a Napoli, mentre il portale con timpano spezzato si rifà ai raffinati modelli solimeneschi.
L’edificio affaccia su piazza Sedile del Campo e presenta una pianta rettangolare ed un cortile interno; sul portale d’ingresso, bugnato in pietra calcarea, è posto lo stemma della famiglia Genovese.
Fino agli anni Ottanta del secolo scorso il palazzo ha funzionato da scuola elementare, mentre, dopo il terremoto del 1980 ha ospitato mostre, convegni e festival negli ambienti al piano terra. Un’ala dell’edificio è oggi affidata all’Università degli Studi di Salerno.
Salerno.